Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali - Tesi di Dottorato
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Questa collezione raccoglie le Tesi di Dottorato afferenti al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università della Calabria.
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Item Religiosità in transizione : l'influenza delle credenze religiose nell'agire quotidiano(2004) Turco, Daniela; Bova, Vincenzo A.Item Dalla fuga alla diaspora : la scelta dell'esodo al tempo dell'umanitario : i rilievi dell'esperienza soggettiva nella vicenda dei rifugiati tibetani in India, e dei rifugiati sudanesi in Italia(2006) D'Agostino, Mariafrancesca; Sivini, GiordanoIl punto di partenza di questa ricerca abbraccia la tesi proposta da quanti individuano, dal secondo dopoguerra in poi, l’emergenza di un processo di etichettamento e serializzazione a partire dal quale i rifugiati si sarebbero imposti nel dibattito politico internazionale come “discorso” strategicamente rilevante. Tali processi sono indagati nella parte prima di questo lavoro al fine di evidenziare come tanto gli obiettivi politici perseguiti dall’Occidente nel periodo della Guerra fredda, tanto lo slittamento che oggi ricorre verso politiche d’asilo tese a confinare i profughi entro aree prossime a quelle di provenienza, abbiano finito per ipostatizzare nei rifugiati l’immagine di vittime private di cultura e identità, e della fuga come movimento essenzialmente involontario. Utilizzando le riflessioni recentemente compiute in seno agli studi sulla diaspora e sulle pratiche del transnazionalismo, l’ipotesi di fondo di questo lavoro afferma al contrario la necessità di riscoprire i rifugiati come agenti capaci di assumere scelte propriamente soggettive, legate ai loro desideri e ai gruppi cui si trovano affiliati, sebbene tale soggettività si articoli nei contesti di arrivo in maniera differente e specifica rispetto a quando la migrazione non sia generata da condizioni di conflitto e violenza generalizzata. L’etnografia condotta con i rifugiati tibetani che vivono in India, e con i rifugiati del Darfur che si trovano in Italia, ci avverte infatti che quello sfondo comune di lutti, violenze e protesta che ricorre nell’esperienza dei rifugiati, di fronte a processi che costringono l’esodo tra lo spazio dell’umanitario e quello dell’irregolarità, nei contesti d’arrivo sta emergendo sempre più spesso come motivo di partecipazione collettiva e diretta: quale impulso alla costituzione di movimenti diasporici capaci di avvalersi dei network sociali, dei flussi tecnologici diffusi dalla globalizzazione, per incidere dall’estero sui conflitti di origine e sulla loro evoluzione. Di fronte alla crisi dell’ONU e del diritto internazionale, i rifugiati sembrano riuscire a dar vita, cioè, a nuove forze sociali, a connessioni diasporiche che, mentre li qualificano come categoria a sé nel quadro sociologicamente più ricco della migrazione, svolgono funzioni di critica e protesta, ma anche vere e proprie attività di cooperazione e di diplomazia “dal basso” capaci di alludere ad una possibile alternativa sociale, distinguibile ed autorganizzata.Item Transmigranti e contesto urbano : l'esperienza insediativa della comunità cinese(2006) Verri, Alessandra; Sivini, GiordanoIl principale obiettivo che la tesi si prefigge è quello di verificare la possibilità di sancire, attraverso l’osservazione delle trasformazioni sociali e delle innovazioni che conseguono alle migrazioni contemporanee, il passaggio dal paradigma del migrante moderno – mosso, secondo il cliché dominante, solo ed esclusivamente dal bisogno – a quello del transmigrante – il cui movimento avviene sì entro una traiettoria segnata da condizionamenti strutturali e sviluppo ineguale, ma è determinato, oltre cha da necessità, da consapevolezza. Il transnazionalismo è la lente attraverso cui si è tentato di mettere a fuoco l’autonomia dei transmigranti, e, in un certo senso, lo strumento di cui ci si è serviti per liberarli, analiticamente, dalle costrizioni del senso comune. La novità del modello transnazionalista ci è sembrato fosse proprio il suo focus su una modalità alternativa di adattamento economico dei migranti alla società di ricezione, un metodo basato sulla intensa mobilitazione dei reticoli sociali che si estendono attraverso diverse nazioni e luoghi situati anche a grande distanza . Molti dei gruppi migranti contemporanei, infatti, è emerso, non sono né definitivamente immigrati né definitivamente votati al ritorno, e i loro spostamenti non sono necessariamente in primo luogo stato -tropici. Essi operano, semmai, una deterritorializzazione selettiva di alcuni tratti del contesto di provenienza e successivamente una riterritorializzazione creativa che porta alla costruzione di un nuovo territorio, di tipo transnational appunto. Conseguentemente, allo scopo di verificare l’ipotesi della soggettività delle transmigrazioni, si è deciso di guardare alle modalità della riterritorializzazione di due gruppi di origine cinese, rispettivamente entro il territorio fiorentino e ai confini della città di Toronto, e di considerare l’applicabilità a queste esperienze di un concetto nuovo, quello di ethnoburb. Lo spazio suburbano teorizzato da Wei Li ci è sembrato, infatti, desse coerentemente conto del modo in cui i transmigranti contemporanei tracciano nuovi spazi e residenze – e, al loro interno, nuove forme di vita e cooperazione - e della loro capacità di mobilitare risorse e creare da sé opportunità utili ad adattarsi e riprodursi entro una struttura sociale ostile. E poiché la migrazione non è un unicum coerente si è scelto, ai fini dell’analisi, un approccio multi-metodologico in cui avessero analogo peso le osservazioni personali e le impressioni raccolte attraverso le interviste semistrutturate. La comparazione, infine, si è rivelata strumento estremamente utile alla comprensione della diversa incidenza, sull’esperienza dei migranti incontrati, di struttura e agency, oltre che per la verifica dell’ipotesi secondo cui le pratiche della riterritorializzazione agite da questi migranti sarebbero evidenza del loro vissuto transnazionale e insieme della loro ‘potenza’ e soggettività. Analogie e differenze sono affiorate dal confronto delle due esperienze considerate. Dall’osservazione delle due realtà, e della molteplicità di elementi che partecipano alla loro rispettiva definizione, si potrebbe concludere che la soggettività di ciascuno dei gruppi presi in esame si manifesta e declina differentemente a confronto con condizioni strutturali diverse ma, soprattutto, che attori diversi, in grado di mobilitare risorse diverse per quantità e qualità, partecipano in maniera differente alla formazione del territorio. Contrariamente alle visioni più comuni che negano, a livello teorico, la partecipazione dei migranti alla costituzione dei territori e, a livello politico, il diritto a farlo, essi, cioè, sono in grado di imporre la propria presenza in forme che sono evidentemente la risultanza di una molteplicità di elementi e della mescolanza di passato, presente e futuro,oltre che di soggettività e autonomia. L’insieme degli elementi emersi ci ha portato, infine, a concludere che, per quanto la struttura ne influenzi, ancora oggi, lo sviluppo, le trasmigrazioni e i transmigranti sono in grado di praticare e imporre, attraverso la propria capacità relazionale e le competenze acquisite, la propria libertà, il proprio potenziale innovativo. E che, dunque, quel passaggio paradigmatico ipotizzato è compiuto, anche se è necessario che se ne diffonda una piena e matura consapevolezza.Item Identità e servizio : indagine sulla dimensione associativa e organizzativa nel terzo settore in Kent e in Calabria(2006) Tagarelli, Massimo; Fantozzi, PietroItem I tempi della cura : genere, quotidianità e tecnologie domestiche(2006) Pupo, Rosaria; Barazzetti, DonatellaOggetto di studio della mia tesi è il tempo della cura, cioè quel tempo dedicato alla riproduzione della vita degli altri esseri umani, al loro benessere fisico e mentale, alla loro protezione. Nel corso dell’ultimo cinquantennio gli stili di vita si sono profondamente trasformati e con essi anche il lavoro di cura. Nel mio percorso di ricerca ho analizzato i mutamenti dell’organizzazione e dei significati dell’attività di cura e delle scansioni temporali delle quotidianità femminili all’interno di due contesti caratterizzati da differenti processi di modernizzazione. Le teorie della vita quotidiana sono state lo strumento analitico per leggere, entro il più ampio processo di modernizzazione, le conseguenze che la diffusione delle tecnologie domestiche hanno prodotto sul lavoro di cura ed in che termini queste abbiano aperto nuovi spazi sociali ed individuali per le donne e se abbiano indotto delle trasformazioni nei ruoli maschili e femminili. La parte empirica della ricerca ha riguardato la comparazione fra due insiemi di donne provenienti dallo stesso contesto sociale -la Calabria degli anni ’50- ma che hanno percorso due differenti modelli di trasformazione sociale: uno più lento, per quelle che sono rimaste e sono cresciute in Calabria, l’altro più repentino, per quelle che sono emigrate a Vaughan in Canada. La comparazione si colloca su un duplice piano d’analisi: quello orizzontale tra generazioni cresciute in contesti differenti e quella verticale tra generazioni successive. In un caso, quello calabrese, la diffusione delle tecnologie domestiche si è prodotta gradualmente, rappresentando più che un progetto coerente e complessivo di organizzazione del lavoro domestico, un segno di possibilità di accesso al consumo e di acquisizione di status. Nell’altro caso, quello canadese, la dotazione tecnologica domestica è invece già immediatamente disponibile e rientra nelle logiche di razionalità organizzativa che governano quel sistema già dagli anni ’50. Nell’un caso e nell’altro le tecnologie domestiche si pongono come funzionali ad un più generale modello di sviluppo. Liberano tempo e diminuiscono la fatica fisica. Ma questo tempo e questa fatica fisica, che rimangono prerogativa del genere femminile, non incrementano le dimensioni del tempo libero fruibile dalle donne. Nel caso canadese consentono esclusivamente alle donne di poter, razionalizzando e velocizzando il lavoro domestico, essere libere e disponibili verso il mercato del lavoro. Nel caso calabrese supportano una generazione di mamme che assume su di sé l’intero carico del lavoro di cura, liberando la generazione successiva dalle incombenze che avevano sempre gravato su quelle precedenti e così creando le condizioni, grazie soprattutto all’accesso all’istruzione delle più giovani, per l’avvio di un processo di emancipazione. Il lavoro di cura si trasforma, non è più così preponderante il peso della fatica fisica, non è più un lavoro ripetitivo di gesti e modelli tramandati, non è più un lavoro teso a conservare. Soprattutto per le generazioni più giovani la fatica diventa stress, la ripetitività diventa capacità organizzativa, la conservazione diventa capacità di innovazione.The focus of my dissertation is the time of care, it is the time allocated to the reproduction of life of other human beings, to their physical mental welfare and to their protection. In the last fifty years the life styles have been radically transformed and with them the time of care too. In my work I analyse the change in the organisation and the meanings of care, and the schedule of women’s daily life within two contexts characterised by diverse processes of modernisation. The theories on daily life are the analytical tool I used to “read”, within the larger process of modernisation, the consequences on the time of care of the development and diffusion of home technologies, and how such developments have created new social and individual spaces, and if they have created changes in the male and female roles. In the empirical part of my work I compared two clusters of women from the same social context – that is Calabria in the 50s – but who have been part of two different models of social changes: one – the slowest – involving women who grew up and remained in Calabria, the other – the fastest – involving women migrated to Vaughan in Canada. The comparative work is done on two levels: horizontal and vertical. On the horizontal it refers to the same generation growing up in different, on the vertical it refers to the successive generations. In the case of Calabria the distribution of home technologies has happened gradually, representing rather than a coherent and overall project for organising the house work a sign of the possibility to access consumerism and status acquisition. In the case of the Canadian process the home technology is already available in the 50s and is part of the wider system of organisational rationality. In both cases the home technologies are functional to a wider development. They release time and decrease the amount of physical labour required. However these time and physical labour, that belong peculiarly to the female gender, do not increase the free time available to women. In the Canadian case – producing a more rational and fast house work - they allow women to be more free and available in the labour market. In the Calabrian case the technologies help a generation of mums who take on their shoulders the whole care, this has released the successive generation from the duties of domestic care given them the opportunities – thanks to the access given to the younger to education – to start a process of emancipation. Caring is transformed: it is no longer a tiring physical activity, it is no longer a series of repetitive movements and traditional models, it is no longer a job aiming to preserve. Particularly for the youngest generations labour of care becomes stress, the routine becomes organisational ability, and the conservation becomes ability to innovate.Item Esperienze di fede alla riconquista del mondo tra secolarizzazione e de-secolarizzazione : il caso di Comunione e Liberazione(2006) Gervasi, Francesco; Bova, Vincenzo A.Item Rigenerazione urbana e società : analisi comparata di due casi di studio in Italia ed in Germania(2006) Galdini, Rossana; Marra, EzioLa ricerca ha per oggetto i processi di rigenerazione urbana, intesa come fenomeno multidimensionale ed integrato, in cui elementi di riqualificazione fisica si intersecano con aspetti sociali, culturali, economici ed ambientali. Muovendo da un’analisi dei processi di trasformazione in atto nelle città europee, si propone una riflessione sugli aspetti centrali delle politiche urbane e si evidenzia l’interazione tra aspetti sociali, urbanistici, economici e culturali presenti nel processo di rigenerazione urbana. L’obiettivo è quello di individuare le dinamiche attraverso cui una città medio-grande, utilizzando un complesso sistema di sinergie, riesce a rimettersi in moto, a riqualificarsi e a diventare competitiva. Attraverso l’analisi di una strategia polarizzata sulle aree centrali e visibili della città, qual è quella utilizzata a Genova e di un’altra volta al bilanciamento degli interventi tra centro e periferia, realizzata nella città di Essen in Germania, si evidenziano, sulla base della letteratura esistente, di ricerche sul campo e di interviste qualitative, gli effetti del processo di rigenerazione urbana che ha avuto luogo in queste città negli ultimi quindici anni. Il focus della ricerca riguarda l’osservazione della capacità delle strategie esaminate di legare insieme gli aspetti urbanistici, architettonici e le politiche sociali, di coniugare equità e sviluppo, verificando se i processi in corso siano orientati ad un effettivo bilanciamento sociale o se esiste un’evidente frattura gli interventi di riqualificazione fisica e le azioni rivolte al sociale. I riferimenti teorici sono finalizzati all’acquisizione di una nuova prospettiva analitica dei processi di rigenerazione urbana. Il tentativo è quello di proporre una chiave di lettura, sui processi in corso, che offra una visione “multidimensionale” dei fenomeni di rigenerazione. Nella seconda parte, la fase empirica, le esperienze di Genova e di Essen sono analizzate, evidenziando la strategia intrapresa, gli interventi più significativi, le politiche culturali e sociali, in relazione alla specificità degli ambiti territoriali.Nell’ultima parte sono sintetizzate le conclusioni del rapporto di ricerca ed in particolare il nodo irrisolto tra politiche di sviluppo e di rigenerazione e politiche fondate sul principio di equità sociale. La comparazione dei risultati empirici acquisiti attraverso lo studio dei casi consente di avvalorare le ipotesi teoriche, formulate sulla base della letteratura esistente. Lo studio dei processi di rinnovo urbano suggerisce il ricorso ad una politica urbana attiva, orientata verso la sostenibilità delle proprie scelte. Il concetto di rigenerazione urbana, l’integrazione delle politiche, delle strategie, dei saperi, l’orientamento delle politiche urbane verso i bisogni ed i desideri dei cittadini, la partecipazione, la cooperazione sono i concetti chiave di questa ricerca. Sulla base di queste considerazioni, la ricerca individua nell’approccio sociale al rinnovo delle città, un’interessante prospettiva di sviluppo urbano.The topic of the research is urban regeneration, considered as a multidimensional and integrated phenomenon, in which the renewal of physical infrastructures intersects with social, cultural, economic and environmental aspects. The research analyzes the process of urban renewal in Europe and examines the factors influencing this process as well as the consequences of its implementation, bringing up some reflections, considering the way in which urban policies and urban planning try to answer the new demands, to face up to competition, to stimulate development processes at the local, national and international level. The aim is to identify the dynamics through which a middle –size city, can get moving, regenerate, becoming competitive. The research provides a cross national analysis of two case-studies, Genoa in Italy and Essen in Germany, observing strategies, actions and instruments which have taken place in these cities in the last fifteen years in order to fight decline and de-industrialization processes. Each experience has been analyzed for its spatial network, for its principal projects and for the emerging elements of the process, for urban strategies, for cultural and social policies. The focus is on the capacity of the observed strategies to put together physical elements and social policies, equity and development. The theoretical analysis preceding the field work examination, aims to bring a contribution to a new perspective of urban regeneration. Specifically, we stress the possibility to set up an urban social development, considered as all the strategies, actions and interventions which aim to satisfy people needs and desires. The first part of the research analyzes the aspects of urban chances and urban development policies. The second one, describes the case-studies; the third offers a comparative analysis between urban regeneration in Genoa and in Essen and summarizes the conclusions of the research, in particular, the conflict between 5 development and regeneration policies and the social equity based policies still unsolved. The correlation among the themes of the theoretical analysis and the data from the field work carried out in a comparative way, points out some reflections. For example the role of participation, community commitment that become essential both to create helpful neighbourhood and a positive perception of identity and image in people living there. The analysis stresses that the fundamental element in good examples of urban regeneration is the physical scene, that represent the continuity between present and past and between present and future. But through social and cultural local elements regeneration succeeds in acquiring a permanent character and in contributing to the reconstruction of the city’s identity. Urban project is the condition necessary but not sufficient, in order to demonstrate regeneration: beyond the “physical things” there must be “the facts”, the decisions and the behaviours, the attitudes, the communication between the various subjects, to improve and to implement urban regeneration policies. The field of action of urban regeneration extends, including objectives towards the “physical city “ and the “social city”.Item I processi di regolazione urbana tra competitività e giustizia sociale(2006) Guzzo, Fabrizio; Catalano,GildaItem Il regionalismo relazionale asimmetrico europeo(2006) Russo, Anna Margherita; D'Ignazio, GuerinoItem Le voci del quartiere povero : per-corsi di donne nella povertà a Cosenza : un approccio biografico e dinamico(2006) Chiodo, Emanuela; Fantozzi, PietroItem Distanza sociale e politica nel Mezzogiorno d'Italia(2007) Pascuzzi, Emanuela; Costabile, AntonioItem La produzione del sapere vivo : aziendalizzazione dell'università e precariato tra le due sponde dell'Atlantico(2007) Roggero, Luigi; Fiocco, LauraItem Progettare lo sviluppo locale : esperienze di governance a confronto(2007) Russo, Antonio; Mirabelli, MariaItem La vita quotidiana del politico di professione : uno studio etnografico(2007) Cerulo, Massimo; Jedlowski, PaoloItem Fra identità e organizzazione : la Rete Lilliput(2007) Lombardo, Laura; Bova, VincenzoItem Diritto alla cultura e politiche culturali : le teorie di una prassi(2007) Dionesalvi, Francesco; Bruno, Marcello WalterItem Le trasformazioni del quotidiano : genere, lavoro di cura e tecnologie domestiche(2007) Pupo, Rosaria; Barazzetti, DonatellaOggetto di questa tesi sono le trasformazioni intervenute nella dimensione della cura e delle attività domestiche nel corso dell’ultimo cinquantennio. Le teorie della vita quotidiana problematizzate alla luce delle categorie di genere sono state lo strumento analitico per leggere, entro il più ampio processo di modernizzazione, le conseguenze che la diffusione delle tecnologie domestiche ha prodotto sul lavoro di cura e in che termini queste abbiano aperto spazi sociali ed individuali per le donne inducendo delle trasformazioni nei ruoli maschili e femminili. Nella parte empirica della ricerca ho analizzato la biografia di donne che vivono in due contesti differenti, la città di Cosenza e quella di Vaughan in Canada a partire dal fatto che queste donne condividono la caratteristica comune di essere nate e cresciute nella provincia cosentina. Tutte hanno vissuto il passaggio da una società prevalentemente rurale ad una società moderna. Le donne emigrate hanno però vissuto questo passaggio nello spazio temporale di un viaggio tra l’Italia e il Canada trovandosi immediatamente in una società altamente industrializzata e modernizzata. Quelle rimaste in Calabria hanno vissuto la grande trasformazione del Sud non come uno strappo improvviso, bensì come un attraversare un periodo, lungo circa un trentennio, in cui si sono dovute confrontare con modelli economici e sociali diversi da quelli tipici dei contesti a capitalismo avanzato. Ho così scelto due aree geografiche entro cui le risorse per l’identità femminile provenienti dal processo di modernizzazione erano differenziate. La comparazione si colloca su un duplice piano d’analisi: quello orizzontale fra generazioni cresciute in ambienti sociali differenti e quella verticale fra generazioni successive. Dalle narrazioni raccolte emerge come sia nella biografia delle donne più anziane che nel passaggio intergenerazionale si arriva sia in Canada che in Calabria ad un’identità femminile più consapevole dei propri diritti ed attivamente impegnata nel difenderli. I percorsi di emancipazione differiscono da un punto di vista squisitamente qualitativo quale esito delle forme di interazione che si stabiliscono fra le intervistate e gli assetti istituzionali su cui si fondano i due contesti. Nel caso canadese l’emancipazione femminile tende a proporsi come esito di un processo di adattamento ad un sistema in cui le risorse modernizzanti abbondano ed esigono una rottura col modello tradizionale. La nuova identità femminile che emerge nel contatto con il nuovo contesto è allora figlia della frattura connessa alla decisione di emigrare e dell’obbedienza ai canoni di sviluppo della società industriale. Diversamente nel caso calabrese i condizionamenti di contesto, forse per la contraddittorietà con cui si manifestano rispetto al modello classico di sviluppo economico, lasciano uno spazio all’emergere di trasformazioni che si riflettono soprattutto nella soggettività e nella sfera del privato, differenziandosi qualitativamente dalle trasformazioni dell’identità economica e sociale. Da una parte il passaggio è mediato dal regime della “doppia presenza” che si impone prima come obbligo e poi come scelta, dall’altra parte lapreponderanza del modello della casalinghità prepara le condizioni perché le donne più giovani, arrivino ad affermare un’identità capace di scegliere, di autonomizzarsi, di affermarsi in quanto individuo. La categoria della “doppia presenza” pienamente applicabile al caso canadese lo è meno nell’interpretare la modernizzazione della Calabria. Nel primo caso essa diventa presto “tradizione” cui si socializzano le nuove generazioni, nel secondo caso resta come punto d’arrivo cui in tante aspirano. Nell’un caso e nell’altro le tecnologie domestiche si pongono come funzionali ad un più generale modello di sviluppo. Nel caso calabrese, la diffusione delle tecnologie domestiche si è prodotta gradualmente, rappresentando più che un progetto coerente e complessivo di organizzazione del lavoro domestico, un segno di possibilità di accesso al consumo e di acquisizione di status. Nel caso canadese, la dotazione tecnologica domestica è invece già immediatamente disponibile e rientra nelle logiche di razionalità organizzativa che governano quel sistema già dagli anni ’50. Liberano tempo e diminuiscono la fatica fisica ma non incrementano il tempo libero fruibile dalle donne. Nel caso canadese consentono alle donne di poter, razionalizzando e velocizzando il lavoro domestico, essere libere e disponibili verso il mercato del lavoro. Nel caso calabrese supportano una generazione di mamme che assumendo su di sé l’intero carico del lavoro di cura, libera la generazione successiva dalle incombenze che avevano gravato su quelle precedenti e così creando le condizioni, grazie soprattutto all’accesso all’istruzione delle più giovani, per l’avvio di un percorso di emancipazione. Il lavoro di cura si trasforma, non è più così preponderante il peso della fatica fisica, non è più un lavoro ripetitivo di gesti e modelli tramandati, non è più un lavoro teso a conservare. Soprattutto per le generazioni più giovani la fatica diventa stress, la ripetitività diventa capacità organizzativa, la conservazione diventa capacità di innovazione.The topic of this dissertation is the changes occurred in the last fifty years in the care and domestic activities. The dissertation applies the daily life theories in conjunction with the gender categories. Both have helped in reading the impact that the wide spread of domestic technologies – within the larger process of modernisation - had on care and how this impact has opened new social and individual spaces inducing the transformation on male and female roles. The empirical part of the research analyses the biographies of women who live in two different contexts: Cosenza in Italy and Vaughan in Canada. The two groups of women share the fact that all of them were born and bred in the provincial area of Cosenza. All of them have gone through the passage from a prevalent rural society to a modern society. The expatriate women have gone through this passage in the time of their physical journey from Italy to Canada founding themselves immediately in a society highly industrialised and modernised. Those who have staid in Calabria have gone through the great transformation of Southern Italy not as a suddenly change but as going through a long period, almost thirty years, during which they have to face various social and economical models all of which different from those of context of advanced capitalism. I have then chosen two geographical areas where the resources for the female identity as from a process of modernisation were differentiated. The comparative work is positioned on a double analytical level: the horizontal one compares the same generations but that have grown in different social contexts. The vertical one compares the next generations. From the narratives it emerges that in both the biographies of the elderly women as well as in the progression of generations, in Canada as well as in Calabria, the end result is a female identity more aware of rights and actively engaged in defending them The emancipating pathways are differentiated from a unique qualitative point of view as the result of forms of interaction established between the women interviewed and the institutional frameworks on which the two contexts are based. In the Canadian case the women emancipation appears to be as the result of an adaptive process to a system where the modernising resources are in abundance and require a break from the traditional model. The new female identity that emerges from the inclusion in the new context is then the result of the break related to the decision to migrate and to acceptance of the developmental processes of the industrial society. On the contrary, in the case of the Calabria women the pressures from the context, perhaps because such pressures have a contradictory nature in relation to the classical model of economic development, leave space for the emerging of changes that reflect more the subjectivity and the private sphere, thus showing qualitative differentiation from the change of the economic and social identity. On one hand the passage is mediated by the“double presence” regime that is affirmed as an obligation and then a choice, on the other hand the prevalent presence of the housewife model prepares the conditions for the younger women to assert an identity for which they can choose to be independent, to be an individual. The concept of the “double presence” is fully applicable to the Canadian context, less so to understand the modernisation process in Calabria. In the former it becomes soon “tradition” to which the new generations are socialised, in the latter it is the result of many aspirations. In both cases the domestic technologies are functional to a more general model of development. In the case of Calabrian society, the wide spread of domestic technologies is a gradual process, being more a sign of access to consumerism and acquisition of status and less a sign of a coherent and complete process of organisation of the housework. In the case of Canadian society, the domestic technology is, instead, immediately available and can be understood within the logic of organisational rationality that is predominant in that context since the 50s. They free time and reduce the physical effort but do not create spare time available to women. In the Canadian case they allow women to make housework more rational and fast, thus to be free and available toward the labour market. In the Calabrian case they aid a generation of mothers who takes on themselves all the care and in doing do makes free the next generation of women from the house work. This allows the creation of such conditions that, particularly through the access to education of the younger generation, promote emancipation. Care is thus transformed, it is no longer prevalent the physical effort, it is not a repetitive work made up of gestures and models transmitted, it is no longer a work whose function is to conserve. Particularly for the youngest generations the effort becomes stress, routines become organisationalability, conservation become ability to innovate.Item Istruzione e disuguaglianze : vincoli ed opportunità nelle scelte educative a Crotone(2007) Nicoletta, Vincenzo; Fantozzi, PietroItem Rappresentanza e ceto politico : il caso della Regione Calabria(2007) Napoli, Daniela; Raniolo, FrancescoItem Eventi, media, ricordi : memorie individuali e sfere pubbliche mediate(2007) Affuso, Olimpia; Jedloski,Paolo